Il tema del concorso di quest’anno è “Un paese italiano, 2018”. Il termine di presentazione delle opere scade alla mezzanotte del 30 settembre 2018.
Il concorso è legato a uno straordinario fondo fotografico di 1801 scatti realizzati nel 1957 dal fotografo statunitense Frank Cancian (www.frankcancian.net) nel comune rurale di Lacedonia (Av), in Alta Irpinia. Il fondo fotografico, dopo la sua recente riscoperta, viene custodito a Lacedonia nel MAVI.
Giunto alla sua seconda edizione, il concorso può vantare anche quest’anno una giuria di eccellenza, con i seguenti componenti:
– Luciano Blasco: antropologo culturale, fotografo, documentarista, scrittore; è direttore del Museo etnografico di Morigerati (Sa) e coordinatore della Rete dei musei demo-etno-antropologici del Cilento e della Campania;
– Mario Boccia: fotografo e giornalista indipendente, specializzato in reportage sociali e di attualità realizzati negli scenari di guerra o di alta tensione sociale in tutto il mondo; pubblica i propri lavori su testate giornalistiche italiane ed europee;
– Vincenzo Esposito: antropologo culturale, professore associato dell’Università di Salerno; è docente in numerosi corsi universitari, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana per le scienze demo-etno-antropologiche e autore, tra le altre, di pubblicazioni scientifiche in tema di antropologia visuale;
– Lina Pallotta: fotografa, docente di fotografia e curatrice; come autrice sviluppa progetti con approccio personale sulla quotidianità in situazioni marginali, le donne e l’identità di genere e pubblica per riviste nazionali e internazionali.
Ogni anno, una serie di 20 foto di Frank Cancian scelte fra le 1801 scattate a Lacedonia nel 1957 costituisce la base del concorso, nel quale gli autori vengono chiamati a presentare proprie opere che propongano una libera reinterpretazione attualizzata delle immagini di Cancian selezionate. Dopo lo svolgimento del concorso, la mostra fotografica collettiva, allestita nel museo MAVI e poi in altre sedi, presenta quindi i 20 migliori scatti selezionati dalla giuria del concorso e le foto di Cancian scelte come base del concorso stesso.
La mostra annuale viene inaugurata nell’ambito dell’evento “1801 passaggi”. Per il 2018 l’evento si terrà a Lacedonia dall’1 al 3 novembre. Nel corso dello stesso evento, il 3 novembre, la giuria premierà le 3 fotografie vincitrici.
Per scaricare il bando di concorso e la scheda di partecipazione clicca qui
Emanuela Martolò
1a classificata – Frank Cancian 02
La foto sembra sottolineare l’evanescenza delle comunità rurali riproponendo la denuncia pasoliniana, che si staglia lì, sul fondo e sullo sfondo dell’immagine, unica parte incisa e contrastata, come fu la figura dell’intellettuale, regista e poeta italiano che, profeticamente, aveva già percepito l’invasione dell’ideologia del consumo che oggi noi, con altri e più complessi significati, definiamo globalizzazione. L’ideazione e la realizzazione tecnica soddisfa la rappresentazione, nient’affatto banale, di un vissuto quotidiano espresso con una idea certamente originale.
Antonio Sena
2a classificata – Frank Cancian 10
Una bella foto di strada. Un’immagine del presente capace di leggerezza di visione, che si accompagna alla capacità di restituire il senso di magico che è sempre appartenuto alla cultura contadina, come a volte ci ha suggerito in tono sognante il regista Fellini nei suoi film. La sensazione di solitudine e la luce metafisica richiamano le visioni notturne di Edward Hopper. Viene da chiedersi: e se la giostra si fermasse e la festa finisse, cosa resterebbe di tanti bei ragionamenti?
Alessandra Caroselli
3a classificata – Frank Cancian 05
Il gioco delle carte è immutabile nel tempo. A Lacedonia, come altrove. Ma in questa foto non è il gioco in sé che colpisce quanto la composizione suggerita dalla morbidezza della postura del giocatore, così inusitatamente colta dalla fotografa, che usa la luce in modo convincente come mezzo espressivo per rappresentare un momento collettivo molto comune. L’immagine riesce così ad essere forte, senza scadere nella ovvietà.